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Bambine ossessionate dalla Skin Care: quando i trend diventano un problema

A chi non è capitato di scrollare sui social e imbattersi, grazie a qualche strana intenzione dell’algoritmo, in un “get ready with me” fatto da bambine di dieci anni o poco più? Questo è il nuovo fenomeno che sta spopolando sui social e loro sono i Sephora Kids, bambini piccolissimi ossessionati dalla skincare e dai beauty trend che emulano sui social i video dei creator e degli influencer. 


In quest’articolo analizzeremo il fenomeno e approfondiremo tutti i possibili rischi per la salute della pelle dei bambini che si espongono troppo precocemente alla “cura” e alla “prevenzione” degli inestetismi cutanei.  

Chi sono i Sehora Kids?

Il fenomeno dei Sephora Kids rappresenta una tendenza crescente tra i giovanissimi, specialmente appartenenti alla Generazione Alpha, che si avvicinano ai prodotti di bellezza e skincare (destinati agli adulti) in maniera decisamente precoce. Questo trend, alimentato principalmente dai social media, vede bambini e preadolescenti attratti da contenuti di bellezza promossi da influencer e brand, che li spingono ad acquistare prodotti come creme anti-età e trattamenti skincare che non sono adatti alla loro pelle ancora in fase di sviluppo.


La diffusione dei Sephora Kids è il sintomo di un cambiamento culturale in cui l'ossessione per l'apparenza e la cura dell’aspetto estetico inizia sempre più presto, influenzata da modelli e standard di bellezza promossi anarchicamente online. I social media, in particolare, offrono una piattaforma dove i giovani possono accedere facilmente a contenuti di qualsiasi tipo senza un filtro adeguato rispetto all’età.


Questo fenomeno solleva preoccupazioni su più livelli. Da un lato, ci sono i rischi fisici associati all'uso improprio di prodotti destinati a pelli adulte, che possono provocare irritazioni cutanee o danni a lungo termine. Dall'altro, emergono questioni di tipo psicologico e sociale: l'esposizione precoce ai concetti di bellezza adulta e all'ansia legata all'apparenza può avere un impatto negativo sullo sviluppo dell'autostima e dell'immagine di sé nei giovani. 

La curiosità dei più giovani verso il mondo degli adulti e il desiderio di apparire più grandi sono sempre stati tratti distintivi dell'età adolescenziale. Tuttavia, quello che distingue la generazione attuale dalle precedenti è che questi ragazzi non si limitano a sognare di diventare grandi il prima possibile, si immergono concretamente in un questo ruolo perdendo di vista il confine che separa il gioco dal mondo reale. Il problema principale non risiede semplicemente nell’interesse dei giovani verso le pratiche di skincare e makeup, ma nell’attuazione precoce e spesso indiscriminata delle stesse. Ci troviamo  davanti ad un preoccupante fenomeno di emulazione.

La cosmeticoressia

L’hanno definita scientificamente cosmeticoressia, ovvero l’ossessione precoce per l'uso di cosmetici e prodotti destinati alla cura della pelle, alimentata da una crescente esposizione ai modelli di bellezza proposti dai media e dai social network. Questi giovani, influenzati dai contenuti online, pubblicità e talvolta anche dai comportamenti degli adulti che le circondano, iniziano a sviluppare un interesse eccessivo per il proprio aspetto fisico e per l'idea di perfezione estetica.


Questa ossessione porta i bambini a utilizzare trucchi, creme e altri prodotti di bellezza in modo eccessivo e inappropriato per la loro età, talvolta insistendo nel voler correggere imperfezioni della cutanee inesistenti. 


La cosmeticoressia è sintomo di un disagio più profondo che riguarda l'immagine di sé e la percezione del proprio valore. È essenziale che genitori, educatori e professionisti della salute riconoscano i segnali di questo disturbo e intervengano per promuovere un rapporto sano con l'aspetto fisico e una consapevolezza critica verso i messaggi veicolati dai media. Educare i bambini ad apprezzare la propria unicità e sviluppare un'autostima basata su qualità che vanno oltre l'apparenza esteriore è fondamentale per prevenire il radicarsi di questa ossessione.


Secondo l'ultimo rapporto di Cosmetica Italia, l'Associazione nazionale delle imprese cosmetiche, il settore cosmetico ha raggiunto un fatturato totale superiore ai 15,1 miliardi di euro nel 2023, con una crescita del 13,8% rispetto all'anno precedente. Le proiezioni per il 2024 indicano un ulteriore incremento, con il fatturato stimato che dovrebbe superare i 16,6 miliardi di euro, segnando un aumento del 9,8% rispetto al 2023.


Questi numeri non solo mostrano la forza economica del settore cosmetico, ma indicano anche quanto i prodotti di bellezza stiano diventando sempre più presenti nella vita quotidiana, anche tra le fasce più giovani. 


Alcuni Paesi stanno iniziando a prendere provvedimenti per tutelare la salute delle nuove generazioni. Ad esempio, in Svezia, la principale catena di farmacie, Apotek Hjärtat, ha vietato la vendita di prodotti cosmetici ai minori di 15 anni. 

I rischi per la salute dei bambini

La British Association for Dermatologists (BAD) ha sollevato un'allerta riguardo all'uso di prodotti cosmetici con ingredienti antietà e altri potenti principi attivi sulle pelli delicate dei bambini. Secondo l'associazione, l'impiego di questi prodotti, pensati per un pubblico adulto, può portare a conseguenze gravi e irreversibili come eczemi, allergie, e altri disturbi cutanei.


La pelle dei bambini è significativamente diversa da quella degli adulti: è più sottile, più sensibile e ha un sistema immunitario in via di sviluppo, il che la rende più vulnerabile. L'uso di ingredienti attivi come retinoidi, acidi alfa-idrossi (AHA) o antiossidanti potenti, sebbene efficaci nel contrastare i segni dell'invecchiamento negli adulti, può provocare irritazioni, disidratazione e squilibri nella barriera cutanea dei più piccoli.


L'eczema, in particolare, è una condizione infiammatoria della pelle che può essere scatenata o aggravata da sostanze irritanti presenti nei prodotti cosmetici. Questa patologia non solo compromette la qualità della vita del bambino, causando prurito e dolore, ma può anche portare a complicazioni a lungo termine, come infezioni cutanee e cicatrici permanenti. Inoltre, una volta che la pelle sviluppa una sensibilità o un'allergia a un determinato ingrediente, può diventare una condizione cronica difficile da gestire.


L'allarme lanciato dalla BAD sottolinea l'importanza di evitare l'uso non necessario di cosmetici complessi sui bambini e di preferire prodotti formulati specificamente per le loro esigenze, con ingredienti delicati e testati dermatologicamente. 

L’ossessione della prevenzione degli inestetismi

Nel corso degli anni, abbiamo assistito a un cambiamento radicale nella percezione e nella cura della pelle. Le generazioni passate, rappresentate dalle mamme e dalle nonne, tendevano a trascurare la cura della pelle, spesso per mancanza di conoscenze o semplicemente per abitudini consolidate da tempo. In molti casi, il concetto di skincare era limitato a pochi gesti quotidiani e la protezione solare o l’uso di prodotti specifici erano considerati superflui.

“Erano altri tempi, non avevamo bisogno di tutte queste creme e cremine una volta!” 

Scommetto che anche tua nonna l’ha detto a te, perché questo concetto appartiene alla loro generazione e questo pensiero è completamente in contrasto con i principi che sposano le nuove generazioni.

Oggi, le nuove generazioni sono ossessionate dalla cura della pelle e dalla prevenzione degli inestetismi cutanei. Questo interesse precoce per la skincare è alimentato da un'infinità di informazioni disponibili online, dalle insistenti campagne pubblicitarie di prodotti beauty e dalla crescente consapevolezza riguardo i benefici della skincare routine.

Questa ossessione per la prevenzione, sebbene possa sembrare positiva, può rivelarsi pericolosa quando applicata a un pubblico così giovane. La prevenzione è essenziale, ma deve essere adottata nelle fasi giuste della vita. 

Il mito della performance

Nella società contemporanea, il concetto di prestazione non si limita più all'ambito scolastico o sportivo, ma invade anche la sfera privata e quotidiana, trasformando ogni gesto, ogni scelta, in un'occasione per dimostrare il proprio valore. Questo spinge anche i bambini a partecipare ad una sorta di gara invisibile, dove il confronto con gli altri diventa incessante e il bisogno di essere i numero 1 pervade anche la cura della propria immagine.


La bellezza, da espressione personale e naturale, viene così trasformata in un obiettivo da raggiungere, un parametro di prestazione da esibire. L'acquisto compulsivo di prodotti di bellezza da parte dei più giovani non è quindi solo un gioco innocente, ma spesso rappresenta un tentativo di adeguarsi a standard di perfezione irraggiungibili, alimentati dai social media, gli influencer e da una cultura dell'immagine sempre più pervasiva. Il rischio è quello di innescare un senso di inadeguatezza profondo, che può manifestarsi già in età pre-adolescenziale e condizionare lo sviluppo psicologico e la costruzione dell'autostima.


Questa "società della prestazione" non fa che amplificare l'ansia da confronto e la paura di non essere all'altezza, spingendo i più giovani a cercare conferme esterne attraverso il modo in cui appaiono. Si tratta di fenomeno che rischia di lasciare segni indelebili, insegnando alle nuove generazioni che il loro valore risiede più nell'immagine che riescono a proiettare che nelle qualità interiori o nelle capacità personali.

Una potente strategia marketing 

Questi bambini, che spesso non hanno ancora sviluppato gli strumenti cognitivi necessari per dare un senso profondo ai gesti che compiono, si ritrovano a essere bersagli facili per le strategie di mercato che sfruttano le insicurezze e la curiosità. Il marketing moderno ha imparato a giocare con i simboli e i sogni delle persone e questo è particolarmente impattante quando si tratta di comunicare ai più piccoli. 

Il pericolo di questa dinamica è che il gesto, inizialmente privo di un vero significato, possa diventare parte di una cultura più ampia che privilegia l'apparenza sopra ogni altra cosa. Quando questo atteggiamento diventa un'abitudine, si rafforza l'idea che apparire perfetti sia non solo desiderabile, ma necessario. Questo comporta un rischio notevole per lo sviluppo psicologico dei bambini, che possono crescere con un senso di sé distorto, in cui l'autostima è intrinsecamente legata a un'immagine esterna e non alla percezione personale e consapevole di sé stessi.

Recriminare i social non risolverà il problema 

Dare la colpa ai social media, agli influencer e ai creator non risolverà il problema dell'influenza negativa che le abitudini di skincare possono avere sui giovani. È troppo facile puntare il dito contro queste figure, senza considerare che, in realtà, il problema è più complesso e richiede un approccio attivo e responsabile. I social media e Internet in generale sono strumenti potenti che offrono innumerevoli opportunità, ma come tutti gli strumenti, la loro efficacia dipende da come vengono utilizzati.


Prendersi la responsabilità significa prima di tutto riconoscere che è compito degli adulti insegnare ai giovani come navigare in modo critico e consapevole nel mondo digitale. Questo implica educarli a distinguere tra ciò che è reale e ciò che è fittizio, tra ciò che è salutare e ciò che non lo è. Soprattutto, a riconoscere il valore intrinseco di sé stessi, indipendentemente da ciò che vedono online.


Internet resta una risorsa inestimabile, un luogo dove si possono trovare informazioni, intrattenimento, supporto e connessioni globali. Per questo è fondamentale imparare e insegnare ad usarlo in modo equilibrato. Invece di demonizzare le piattaforme o le figure che vi operano, dobbiamo concentrarci su come educare le nuove generazioni a fare scelte consapevoli. Questo significa discutere apertamente delle pressioni sociali, degli ideali irrealistici di bellezza e successo promossi online e fornire loro gli strumenti (pratici ed emotivi) necessari per gestire tali pressioni.


Agire concretamente vuol dire anche coinvolgere le istituzioni scolastiche in programmi educativi che trattino la cultura digitale, promuovere campagne di sensibilizzazione sui rischi legati all’uso improprio dei social media e incoraggiare un dialogo costruttivo tra genitori e figli su questi temi.


Infine, se da un lato risulta benefico limitare il tempo trascorso online bisogna anche saper promuovere attività che stimolino la creatività, la socializzazione e il benessere mentale e fisico. Solo attraverso un approccio proattivo ed educativo possiamo sperare di mitigare gli effetti negativi dei social media e valorizzare al massimo le potenzialità di Internet.


Poi, pian piano, arriverà anche il momento in cui potranno prendersi cura della loro pelle e prevenire le imperfezioni cutanee. Auguro a tutti loro che quel momento arrivi il più tardi possibile e che possano godersi a lungo il benessere e la salute di una pelle pura che solo i bambini hanno il privilegio di sperimentare. 

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